mercoledì 9 ottobre 2013

E...

... se mi stessi riempiendo di persone, contatti e abiti nuovi solo per colmare un vuoto dentro?




sabato 24 agosto 2013

Lei.

La vedi arrivare da lontano e sai già che è lei. Che anche stasera è lei. 
Un saluto, due presentazioni, diventa il fuoco di tutta l'attenzione. O di quella maschile insomma. 
È bella, che vuoi farci. Sta lì. Attorno a lei, sempre lei alla fine.
Anche se è fidanzata, anche se è la brava ragazza. Ma che vuoi farci? Ha una frase per tutti, e un sorriso anche. Un libro nuovo, fresco, pronto a farsi sfogliare. Forse. 
Fa dare un'occhiata alle prime pagine. Con naturalezza. Innocentemente.
E la luce e le risate e loro e tanto basta.
Ma andare più in là? Sotto? Sotto la luce e le risate e tanto... basta?

Una tristezza che non puoi dire.
Mi sento intrappolata (?)

martedì 13 agosto 2013

Sentire.

Un colpo alla porta e un "arrivo" dal piano di sopra. Si fionda all'ingresso e abbassa la maniglia, resta un istante immobile a fissare il volto nello specchio sulla parete. Sistema una ciocca fuori posto. Sorride. Apre. 
"Eccoti!" un sorriso più grande. 
"Eccomi" fa eco lui, un attimo per incrociare gli occhi, poi una squadrata a tutto il resto "chiudo anche il cancello?"
"Si, si, tiratelo dietro" saltella fino al soggiorno e aspetta al tavolo. "Acqua?"
"Magari... Anche qualcosa di fresco, se c'è..."
"Tutto quello che vuoi" ammicca da dietro lo scaffale.
L'acqua, il ghiaccio, si osservano, seduti ai due lati del tavolo.

"Toglimi una curiosità" rompe il silenzio lui "Quanta seduzione c'é nel tuo comportamento con me?"
A tradimento. Un po'.
Ride, distoglie lo sguardo.
"No, sul serio, dai"
Ride ancora "Oh beh, insomma... Considerati i trascorsi... Ma niente..." Lo guarda di nuovo "Un tre per cento".
Una risata sua, stavolta; un colpo di tosse. "Beh, mmh, non è poco."
"Beh, mmh - gli fa eco - non è niente, da un certo punto di vista"
"Punto di vista?"
"Sì, per un certo verso, so benissimo che non c'è niente fra noi. Non dopo quello che è stato, i patti, i compromessi, i passi e le questioni chiarite. Tutta la storia. Tu e io. La percentuale è zero, io sono la maschera dell'innocenza e tutto il resto."
"Ma...?"
"Ma... La carne."
"La carne..."
"Sì, la carne. Questo elemento così volgare e così... essenziale. I gesti sono carne, gli istinti sono carne, io sono carne. Sono tutta la brava e giudiziosa ragazza che conosci, non metterlo mai in dubbio, e sono carne. Tu e io. Conta anche questo."
"Stai dicendo che c'è ancora qualcosa tra noi"
"Sto dicendo che c'è sempre qualcosa tra noi. Insomma. La gente non può sperare di chiudere le storie e cancellare le emozioni come in una lavagnetta. Bum, batosta, no grazie, amici come prima, tabula rasa, saluti alla famiglia. Ogni moto dell'animo ha avuto la sua importanza, il suo fuoco, il suo momento...! Come si può far finta che non abbia lasciato un segno, che io non lo senta ancora? 
Siamo creature volubili, non fare il superiore... E non far finta di non sentire niente.
Sentire. Rimane sempre quello il problema. Se potessimo programmare le nostre sensazioni secondo un filo logico e sano, diventeremmo splendidi automi. E invece c'è anche quello. C'è una buona parte di noi che ascolta un'altra musica ed è di un'altra parrocchia. Sempre. E sai cos'è allora la maturità, l'uscita dal quel turbine che è l'adolescenza? Farci i conti.
Nessuno può impedirci di sentire (che squallore, sennò, questa vitucola!), ma solo noi possiamo dare il giusto peso al cuore, agli istinti, ai sensi e ai pensieri. È la sfida di una vita."


Aaaaah, che bel casino, questo essere umani...
Un saluto in vacanza, i test dell'uni si avvicinano e non mi sto esattamente ammazzando di studio... Finger crossed. Baci ragazze, in vacanza o no.

C.

lunedì 24 giugno 2013

Un attimo.

Ho bisogno di scrivere un attimo, solo un attimo perchè le cose passano velocemente e i dolori lasciano i segni più profondi.
Ma oggi non ha fatto male.
Le acque infernali sembrano aver rivelato qualche ora di pace isolana, e io mi ci sono fiondata scivolando sulla sabbia, con un sorriso da orecchio a orecchio che, lo so, sparirà troppo presto.

Sono cose piccole, okay, magari futili. Ma le piccole gioie vanno afferrate e ricoperte d'oro, o sarà facile lamentarsi sempre di un mondo di merda, di gente di merda, del tempo di merda.

Ho concluso le prove scritte per la maturità con un voto che non mi sarei mai aspettata.
Ho avuto il supporto di persone che si sono rivelate nel momento in cui lo speravo di meno.
Ho rivisto luce in un rapporto in cui non credevo più.
Ho sentito l'odore della pioggia.

Amo questa giornata, ogni sfaccettatura della realtà sembra rivelare un'altra faccia, non meno autentica.


Era un mese, un mese oggi, e adesso non manchi più.



martedì 28 maggio 2013

Non lo so,

questa storia dell'essere umano è un bel casino.

Non solo sei nervi, carne, sangue:
vivi 3 ore e già le emozioni ti esplodono in testa come un fiume in piena.

Credi di avere sotto controllo la situazione, di sapere come comportarti, di conoscere i limiti del caso. Sai dove sono i paletti, no, lo sappiamo entrambi.

Poi eccole, dietro l'angolo, dietro un gesto, dietro un imprevisto: maree di emozioni-contraddizioni. (contraemozioni?)
E ti trovi di nuovo con niente in mano, con la confusione in testa, nei sensi, nel cuore.

Esiste un porto?
Sono spaventata, a volte, dalla forza con cui i miei sentimenti vengono a galla, a ondate successive, sempre più rumorose, sempre più feroci. Vogliono aria, spazio, soddisfazione, spiegazioni.
E a volte che puoi fare, se non aspettare che vadano a posto da soli?

E se poi non lo fanno?
Perchè le persone sono tremende, sai, hanno questa capacità di tirarmi fuori di tutto e rivoltarmi come un calzino. O forse sono io che giro col cuore in mano.


a post sconclusionati production ©

lunedì 6 maggio 2013

Lei scriveva poesie


e mi aprì il cuore in due.

Era caduta soffice, come la prima neve. Non te l'aspetti, magari, e quando te ne accorgi, c'è un bello strato bianco a terra, sui rami, sulle auto.
E così era stata lei.
Ho aperto gli occhi e l'avevo già sopra, sotto, dentro di me.
Era scesa silenziosa;
anche ingenua, sai. Non c'era niente di seducente, di ambiguo in lei.
Era solo lì.
Solo bella.
Fresca.
Ebbi paura di non trovarla più con le prime giornate di sole.
Volevo rimanesse.
Non volevo possederla, neanche sfiorarla.
Volevo fosse qui.
Si può volere in un modo così strano?
Si può amare e non spiegarlo amore?
Perchè, poi, etichettare il sentimento?
Pensa davvero, l'uomo, di aver già scoperto e catalogato tutto ciò di cui il suo cuore è capace?

Questo affetto confuso,
è così nuovo.



lunedì 29 aprile 2013

Award time,

since I'm way too full of thoughts to write them down.
Ma appena il mondo mi lascia respiro torno a riversarmi sulla pagina, promesso bellezze.

1. Ricopiare il premio in un post.

2. Ringraziare chi ti ha nominato.
ameliamalory e sentieridineverossa, siete due ragazze e blogger che seguo con stima e passione. Grazie e un abbraccio commosso ad entrambe!

3. Racconta 7 cose di te.

Come se tre e mezzo blog defunti e una montagna di quaderni non bastassero, e una me in 7 pillole potesse essere abbastanza. Ma condividerò con quei cuori d'oro che passano a leggermi qualcosina, un po' per mettere ordine in testa, un po' per metterlo a voi.

a) Sono confusa e confusionale. Non credo esista ancora persona capace di leggere oltre quello che dico, non dico, o neanche so. E me ne rendo conto io a malapena. Mi sembra di avere talmente tanto spazio dentro, che possano entrarci una quindicina di emozioni/sentimenti/idee/giudizi insieme. Il più delle volte pessimi e fortemente contrastanti. Solo grazie a chi mi sa ascoltare, consigliare, o solo abbracciare per farmi capire che "ehi, hai gettato fuori una fiumana di parole e lacrime, ma va bene, ce la farai, ce la faremo" faccio un minimo di luce e posso prendere buone decisioni. So benissimo di non saper stare in piedi da sola.

b) Mi fido sempre e comunque di tutti. Do sempre e comunque una seconda, una terza, una quarta possibilità. Mannaggia a me.

c) Sono sempre stata ipersensibile, già alle medie piangevo per cose che le mie compagne neanche si sognavano potessero significare qualcosa. Soffro, soffro, soffro da morire. Ma non nascondo di imparare ad alzarmi sempre più forte.
E' grazie innanzi tutto a mia madre se ho saputo vedere questa sensibilità come una "lama a doppio taglio", che ti condanna a un vita di profondità. Ferite profonde, profonde gioie.

d) Mi innamoro come i bambini. Delle cose, delle persone, delle situazioni. Una volta al mese, al giorno, all'anno. Alla faccia della mia relazione che dura da due anni, alla faccia della mia o della loro età. E' quell'innamorarsi confuso, innocente, che scalda il cuore e non il corpo, che manda in pasta i pensieri e il senno. E' piacevole, sapete. Ma quante volte mi ha gettato nel delirio, questo mio voler amare...
L'attuale destinatario avrebbe l'età di mio padre, dio me ne scampi. Ma che fare? Crogiolarsi nel sentimento puro, tirandosi indietro alla prima messa in guardia della ragione (se fa in tempo).

e) Non dico a nessuno che scrivo e cosa scrivo. Odio il pensiero di qualcuno che conosce il mio volto e contemporaneamente ciò che trapela della mia anima (eccezion fatta di UNA persona cui ho recentemente dato il link). Contemporaneamente, a volte vorrei che una persona in particolare lo trovasse e capisse cosa non riesco a dire in faccia.

f) Qui mi perdoni se la cito pari pari ma ero scioccata mentre leggevo. Queste sono le parole di Amelia, e sono le mie, età compresa.
"Ho diciannove anni e sono ancora vergine. Non credo di essermi mai innamorata in quella maniera travolgente stile film e la cosa mi rattrista, voglio sapere che cosa è questo grande amore. Nonostante tutto ho un motto: l'amore è pratico. Ma anche amore. Odio sentire dire "fare del sesso" invece di "fare l'amore." Fare l'amore e fare sesso sono cose diverse. Gli unici uomini per cui abbia mai provato un affetto tale che rasentasse l'amore mi hanno rifiutato, ho scoperto che erano già di qualcuno, mi hanno lasciato per altre. Allora ho deciso che non mi sarei mai data se non a qualcuno che amo e che ama me, sempre o comunque, anche a costo di rimanere vergine tutta la vita. Anche se smetterò di esserlo mi darò solo a chi amo e che mi vuole con sé. Tengo questo fatto molto spesso per me, la gente mi guarda storto quando dico che sono vergine. Non ho voglia di stare ad ascoltare le loro idiozie."

g) Amo due cose contrastanti: la compagnia, le serate di luce e risate, i pomeriggi al mare pieni di gente; e il silenzio della lettura. Sento che potrei vivere in una casa foderata di libri scorte di caffè. E sarei felice; magari non troppo distante dal paesello, dato che per tutti sono la "socievole estroversa che non sta mai zitta" e l'anima della festa. Essenze in contrasto.

4. Nominare altri 7 blog e farglielo sapere con un commento.
Oltre ai due sopracitati blog, le mie ragazze.

http://lunapienalunanera.blogspot.it/
http://sterlizie.blogspot.it/
http://cuore-magico.blogspot.it/
http://eclissidelcuore.blogspot.it/



lunedì 1 aprile 2013

Il vuoto è desiderio.

Colgo l'occasione di essere seria con me stessa, durante le ultime ore di questo "giorno dello scherzo".  Alternativi al massimo insomma, woo.

Sono appena tornata da qualche giorno via con gli amici; alcune lezioni a Rimini, qualche giorno sulla spiaggia. Notizie, lettere, percorsi, chiacchiere. La mia polemica libera al massimo, come ogni volta che i discorsi si fanno seri. E la (ri)scoperta di alcune persone che da tanto avevo vicine, ma con cui non credevo di poter parlare ancora così.

"Nella vita di tutti i giorni, nessuno ti chiede di raccontare la storia che ti morde il cuore e te lo mastica"
(Cose che nessuno sa, D'Avenia)

O magari, eccezionalmente, qualche persona eccezionale in qualche circostanza eccezionale, sì.
E quando devi mollare tutti e tornare alla routine, l'eccezionalità viene a mancare.
E rifai per l'ennesima volta quell'esperienza: il tran tran in cui tutto sommato ultimamente tiravi avanti, ti è soffocante. Per quanto fossi assuefatto, materialista e rassegnato, come respiri una boccata di quel modo diverso di stare insieme, di quell'umanità diversa, ecco che l'aria della tua esistenza strascicata non ti basta più.
E sei insoddisfatto, cazzo, e sei vuoto.

L'uomo è (un) vuoto; che lo neghi, che se la racconti. L'uomo è vuoto, è mancanza di qualcosa che c'era, di cui ha avuto assaggio, e che poi ha lasciato il buco. Che sia stata la morosa, il posto di lavoro, un figlio che parte, un voto perduto, l'uomo ha questa mancanza, questo vuoto in cerca di compimento (che questo sia una persona un gruppo un'ideale un dio è una problematica a cui mi servirà ancora moooolto tempo per venire a capo eheh).
Come negarlo? Se siamo seri e guardiamo sinceramente a noi stessi, tutto nell'impatto col reale ci ferisce con la sua finitezza: la moto che sognavo, quella serata divertente, il cibo preferito; piaceri e contentini che poco dopo il loro arrivo non fanno che farci rendere conto di come anche la cosa migliore non ci soddisfi fino in fondo.
Tutto nell'impatto con il reale ci mette davanti agli occhi l'immensità del vuoto che desideriamo colmare, e tutto nel reale (oggi più che mai) cerca di distrarci, di convincerci che per essere pieni e felici abbiamo bisogno di altre cose: la macchina, il modello di Abercrombie, i Mi Piace su Facebook.

E questo vuoto mi (ci) terrorizza, vero, perchè fa male, fa dannatamente male. E mi riempio di cose da fare, di gente da vedere, di film, di libri, di risate e bevute, tutte con il fine di soffocare quel desiderio di qualcosa di più. Che non fa che divorarle come un buco nero e sputarmi fuori il desiderio, più lacerante e forte di prima.
L'uomo è desiderio di qualcosa di più.


(Il viandante sul mare di nebbia, Friedrich)

mercoledì 27 marzo 2013

Lo sai? non posso fare altro.

Non posso fare altro che credere che verranno tempi migliori.
E stipendi migliori.
E occupazioni migliori.
E famiglie migliori e politici migliori.
E persone migliori.


E una me migliore.

Non posso fare altro che aggrapparmici con tutte le forze,
o ho solo il sentore di quanto mi sentirei annegare.

lunedì 11 marzo 2013

L'albatros.


Spesso, per divertirsi, i marinai
catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
indolenti compagni di viaggio delle navi
in lieve corsa sugli abissi amari.
L’hanno appena posato sulla tolda
e già il re dell’azzurro, maldestro e vergognoso,
pietosamente accanto a sé strascina
come fossero remi le grandi ali bianche.
Com’è fiacco e sinistro il viaggiatore alato!
E comico e brutto, lui prima cosi bello!
Chi gli mette una pipa sotto il becco,
chi imita, zoppicando, lo storpio che volava!
Il Poeta è come lui, principe delle nubi
che sta con l’uragano e ride degli arcieri;
esule in terra fra gli scherni, impediscono
che cammini le sue ali di gigante.
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Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.


A peine les ont-ils déposés sur les planches,
Que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d'eux.


Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!
L'un agace son bec avec un brûle-gueule,
L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait!


Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l'archer ;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.

Charles Baudelaire, Le Fleurs du mal

Difetto: non ho mai studiato il francese. E invece Charles me lo fa amare prima di conoscerlo; come succede per il tedesco, finirò a studiarlo solo per amore alla letteratura, piuttosto che per l'utilità.

La poesia non ha bisogno di altri commenti.
Senza definirmi "poeta" e "principe delle nuvole", direi che tutti quelli che, come me, come noi, guardano un po' più in là, non riescono a evitare di tendere verso qualcosa d'altro, qualcosa di più in alto (sensucht is my life), non possono non sentire questa sproporzione, questa in-corrispondenza in una classe, in un gruppo, in un mondo che non sembra avere questa sensibilità.
Che anzi vuole sfuggirle.

giovedì 7 marzo 2013

Se, se, se.

Ho nostalgia di noi.
Ho nostalgia di quello che non siamo mai stati.

Ma avremmo potuto essere?
Ogni tanto penso che se mi fossi svegliata in un altro letto, in un altro tempo, con degli altri occhi, forse avrei potuto vedere cosa saremmo stati noi.
Lo so che ho scelto io, lo so che ho scelto io di non darci una possibilità.
Allora perchè ti vedo a ogni angolo della strada, in ogni stato di Facebook, dietro le lenti di ogni occhiale scuro?

Se mi fossi svegliata in un'altra vita.


Colgo inoltre l'occasione, mentre per la testa mi frulla il consueto turbinio di pensieri sgaffi, di ringraziare di cuore una lettrice (inaspettata!), il cui utile quanto adorabile blog trovate qui, che ha avuto la dolcezza di consigliarmi tra altri 15 blog!
Sono ancora commossa.
Sapete che, come ho più detto, come sa chi mi seguiva su splinder, io scrivo per me; scrivo per me perchè la parola scritta è come l'aria che respiro. Ma quando sapete che qualcuno ci tiene, a sbirciare nel vostro animo, è un piacere più grande.
Un abbraccio, C.